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X Grain – Regola n.1 salvare la pelle!
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X Grain – Regola n.1 salvare la pelle!

X Grain. Ma non chiamateli ogm. Questo il titolo del video realizzato da Stefano Di Lauro e prodotto dall’Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi, in cui diversi esperti tra medici, biologi, agronomi, naturopati, e anche l’avvocato Domenico Romita responsabile nazionale AdC, spiegano la vera natura pericolosa del grano presente in moltissimi alimenti di consumo giornaliero. Organismi Geneticamente Modificati, appunto. E riso, colza, mais, pomodori sono tra i più diffusi.main

“Regola numero 1: salvare la pelle! Poi viene tutto il resto”. Inizia con questo monito di Valentino Dibenedetto, agronomo e coltivatore di agricoltura biodinamica, il video X Grain, che si apre dunque con l’esortazione a mangiare grano antico, khorasan, germanella, kamut, farro, come antidoto per “salvare la pelle”.

“Si tratta di tutte quelle varietà che non hanno subito modificazioni genetiche in laboratorio – spiega Alessandro Volpone,  storico delle Scienze Agrarie – tramandatesi sino ai giorni nostri grazie alla tenacia di piccoli coltivatori o, soprattutto negli ultimi decenni, grazie alle banche del germoplasma”.

Purtroppo, però, la stragrande maggioranza di cibi comunemente mangiati, non deriva da cereali antichi.

“I cereali che troviamo sulle nostre tavole sono frutto di ibridazioni selettive e di miglioramento genetico ottenuto anche con trattamenti radioattivi al fine di ridurne la taglia” spiega l’agronomo e naturopata Porzia Camporeale. D’altronde, si apprende nel video dalla spiegazione di Francesco de Ceglia, storico della Scienza, “già dalla fine degli anni 50, nel laboratorio per le applicazioni in agricoltura del Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, si conducevano sperimentazioni sul grano duro, soprattutto sulla vecchia varietà ‘senatore cappelli’ (frumento a fusto alto) che fu ripetutamente irraggiata con cobalto radioattivo, ottenendo una varietà nana più resistente alle intemperie e più idonea alle esigenze di filiera”.

E intanto aumentano a dismisura le persone intolleranti al latte, ai lieviti, al frumento. La relazione con le ibridazioni selettive dei frumenti è chiara, quanto preoccupante.

“Tanti sono i danni provocati da quello che ingeriamo”. A dirlo, il medico e nutrizionista Pietro Vicenti che spiega come “proprio i frumenti, che hanno nutrito le genti per millenni, adesso sono causa di intolleranze e di disturbi per molte persone perché fortemente stressogeno, acidogeno”. Via libera dunque al grano non trattato, al khorasan, kamut, al farro, al grano duro senatore cappelli per stare in salute e mangiare sicuro.

“Molti alimenti non sono tollerati dal nostro organismo per una carenza di alcuni enzimi per esempio digestivi – spiega la dott.ssa Caterina Origlia, medico specialista in Medicina Interna – oppure perché il nostro organismo, nella sua memoria, non dispone di sistemi metabolici e digestivi atti a considerare tali alimenti compatibili”.
E come può un OGM essere riconosciuto dalla memoria cellulare del nostro organismo? Non può.

Ma cosa sono gli OGM, Organismi geneticamente modificati?

Come spiega Domenica D’Elia nel video X Grain, è stata una direttiva del 2001 della Comunità Europea , emessa per regolamentare l’emissione nell’ambiente di organismi geneticamente modificati, a definire l’OGM come un “organismo, diverso dall’essere umano, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale”.
E’ però la stessa normativa europea ad escludere gli OGM per fusione cellulare o per mutagenesi (ossia qualsiasi modificazione artificiale indotta su un acido nucleico che può essere ottenuta sia attraverso sostanze chimiche che radiazioni ad alta frequenza), “non specificando però – evidenzia la dott.ssa D’Elia –  a quale procedura di mutagenesi essa si riferisca”.

Questo significa che per la CE un grano geneticamente modificato non può dirsi un Organismo Geneticamente Modificato.

Se a questo si aggiunge che ad oggi non esiste una direttiva Comunitaria riguardante l’etichettatura dei prodotti ottenuti da animali nutriti con mangimi Geneticamente Modificati, diventa lampante il grosso problema e i rischi per la salute delle persone che hanno origine a tavola.

Per saperne di più rimandiamo alla visione del video X Grain. Ma non chiamateli ogm

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