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Erri De Luca a Chiaiano: “La vostra Resistenza contagerà tutta l’Italia”
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Chiaiano: un primo maggio che recupera il senso della lotta per il lavoro e non solo. La libertà come valore fondante e imprescindibile, la pari dignità per tutti i cittadini e la difesa di quei diritti inalienabili che fondano la nostra Carta Costituzionale, ecco di cosa si sta parlando in queste ore al confine tra Napoli, Mugnano e Marano, in quel lembo di terra in cui si è combattuta e vinta la battaglia contro la Discarica (Cava del Poligono) e in cui ancora si battaglia in difesa di un territorio martoriato.
La giornata, organizzata dalla Rete Commons, inizia con il mercato biologico della Ragnatela (genuino clandestino) e la musica travolgente dei ‘O Rom, è una festa… ma una festa dal sapore amaro e qui a Chiaiano nessuno l’ha scordato.

E allora si parla di lotta, di lavoro, di difesa dell’ambiente, dei territori e della democrazia anche con lo scrittore napoletano Erri De Luca, ospite d’eccezione di questa grande manifestazione, che arriva puntualissimo e con un sorriso che dice più di mille parole accoglie tutti, fa il giro degli stand della Ragnatela, si lascia fotografare e risponde alle domande di tutti, chiacchiera e firma autografi, fino a quando sale sul palco per dire perché è venuto proprio a Chiaiano: “Sono contento di essere qui in questo “primo” primo maggio senza discarica, è un traguardo che condivido con voi con grande piacere” comincia così il suo discorso l’amatissimo scrittore.

“Pochi giorni fa – continua De Luca – abbiamo festeggiato il 25 aprile, la Liberazione e la Resistenza. Io credo che si tratti di due concetti diversi: La Liberazione è avvenuta grazie ad eserciti stranieri che hanno liberato il Paese da una tirannia di 20 anni e dalla guerra sballata in cui quella tirannia ci aveva cacciati. La Liberazione è stata come un dono che abbiamo ricevuto, non è dipesa da noi, la Resistenza invece è stata fatta da alcune (poche) decine di migliaia di italiani che hanno combattuto e riscattato l’onore di tutti ed è su quella piccola parte d’italiani che è fondato il passo successivo alla guerra: il patto della nuova cittadinanza scritto nella Costituzione che ci ha fatto diventare “Popolo”.

E di Resistenza moderna continua a parlare Erri De Luca: “Oggi si resiste alla riduzione di uno spazio di libertà, di dignità delle persone. La libertà, che pure sta scritta nel patto di Costituzione non è una garanzia assegnata una volta per tutte, la libertà è un campo aperto dentro il quale si scontrano chi vuole ridurlo e chi vuole difenderlo e anzi allargarlo: è una lotta tra oppressi ed oppressori. La libertà è un continuo bisogno di inventare giorno per giorno “la mossa utile”.


La Resistenza è dunque questa: “il resistere all’oppressione e anche a quell’unanimità di silenzio che fa passare i tuoi diritti per privilegi. La Resistenza durante la guerra aveva lo scopo di fondare un mondo nuovo, per immaginare un futuro. Le Resistenze che ci sono adesso non riescono ancora ad immagina un futuro migliore, ma resistono, resistono contro la riduzione in schiavitù, in servitù di un territorio”
“Qui come in Val di Susa si cerca di ridurre dei cittadini a sudditi, ed esiste una unità di comando che permette a queste prepotenze di avere l’unanimità del racconto pubblico, delle fonti pubbliche d’informazione, perché sono all’unanimità quelle forze politiche che per i loro interessi sostengono le oppressioni nei confronti di alcuni territori e popolazioni.

“Quella che si è fatto qui per quattro anni è stata legittima e sacrosanta difesa della propria salute, ma soprattutto della propria dignità. Stretti a fare comunità, la popolazione non ha consentito che si calpestassero territorio e diritti, pagando cara la resistenza, ma spuntandola”.

“Continuamente intorno a me io vedo riduzione di spazi di libertà, offese alla dignità: i centri di identificazione ed espulsione per gli extracomunitari che sono veri lager per stranieri che non hanno commesso alcun reato, partecipiamo a spedizioni militare sballate in giro per il mondo e le chiamiamo anche missioni di pace, continuamente viene erosa questa appartenenza a un popolo attraverso la sua Costituzione”
Per questo la resistenza, anzi le piccole resistenza sono così importanti, spiega ancora lo scrittore: “Quella che fate qui è una lotta di contagio, voi siete delle energie che respingono le aggressioni e rendono possibile il contagio in altre parti del Paese, ovunque. Abbiamo una situazione in cui ci dicono che l’essere contro a questa classe politica è “antipolitica, ma è vero il contrario: questa classe politica e dirigente ha rovesciato all’opposto quello è il servizio della politica, un servizio alla comunità, ha trasformato questo loro servizio in privilegio e arricchimento personale umiliando la parola politica. Questa è la vera politica: quella che viene dal basso e che lega le persone”.

Lo scrittore saluta con un verso di Pablo Neruda, tratto dal poema “Canto generale del Cile”: “Io non sono venuto qui per risolvere niente, sono venuto qui per cantare e fari cantare con me”.
“Credo che la possibilità del canto – dice infine De Luca – e del cantare insieme sia il miglior contagio possibile per il Paese, la vostra resistenza è un canto che funzionerà”.


 

 

 

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