GIPSY*LOVERS
biodiveristà, arte e ruralità
A proposito di grano e di pane

Incontro tra chi coltiva il grano, chi fa il pane e chi se lo mangia

“Cosa fa un russo in attesa dell’arresto? Per ogni evenienza, dispone in una valigetta un cambio di biancheria pulita e qualche pezzetto di pane nero secco. È buono, il pane secco col sale. Mia madre ancora oggi me lo prepara: così, quando scrivo, invece di fumare succhio qualche pezzetto di pane secco. Il cibo principale del mio Paese è sopravvissuto fino ai nostri giorni.” (Viktor Erofeev – da “Chi ha inventato il Gulag?”)

(pane pasta e frise a Milano “Genuino*Clandestino’12”)

Qualche settimana fa ci trovavamo a Milano e avevamo bisogno di un pezzo di pane, eravamo in una zona del centro in cui non c’erano supermercati ma negozi “normali” e, tra questi, una panetteria. Abbiamo acquistato del pane abbastanza buono, bianco, simile a quello che compro in salumeria a Napoli. Solo che lo abbiamo pagato a 8 € al chilo, quattro volte tanto. Qual’è il prezzo giusto, quello di Napoli o quello di Milano? E come si stabilisce un “prezzo giusto”? E che differenza c’è tra il pane che compro al supermercato e quello che compro (per dire) alla Ragnatela?

In questi ultimi anni, grazie a chi si è dedicato al pane, ai prodotti da forno, alla pasta e ai cereali in genere ci stiamo lentamente rendendo conto che anche un prodotto semplice può avere una storia complessa. Tra grani antichi e varietà moderne, tipi di panificazione, lievitazione, chi vuole il brunello al prezzo del tavernello (vo’ trasì ‘o San Carlo cu ‘o biglietto d’o San Carlino) la cosa si è complicata: a questo punto abbiamo bisogno di qualche informazione in più e di qualche chiarimento da parte di chi sta sperimentando tutto questo in campo e in forno…

martedì 13 novembre 2012, ore 19, Libreria Dante & Descartes, Piazza del Gesù nuovo 14

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